Cocciniglia: cos’è e come combatterla con i rimedi naturali al posto degli insetticidi
Cos’è la cocciniglia
Appartenente alla famiglia delle coccoidee, la cocciniglia è un parassita delle piante. Le femmine presentano una forma ovale, un dorso cosparso di piccole setole tronche e sul ventre lunghi fasci di dotti tubulari che percorrono i margini del corpo. Una rete di cera appiccicosa ricopre interamente la superficie del loro corpo. A differenza delle femmine, i maschi si riconoscono per la presenza delle ali e di un’estremità prolungata con due evidenti filamenti di cera.
Maschi e femmine si differenziano anche nel comportamento: mentre le femmine prossime alla deposizione delle uova restano immobili nutrendosi della pianta, i maschi si spostano in continuazione volando da una zona all’altra.
Esternamente il loro colore appare prevalentemente bianco o grigiastro, ma al loro interno secernono il liquido rossastro che le rende note. Questa sostanza è conosciuta col nome di acido carminico e viene impiegata dall’insetto come protezione contro le minacce dei predatori.
Questo acido, estraibile anche da batteri modificati a tale scopo, deve il suo colore alla presenza di un pigmento rosso presente nell’emolinfa.
Come si riconosce
La cocciniglia è riconoscibile dalla presenza di piccoli parassiti ovali, di dimensioni millimetretriche e dal colore tendente al bianco e al grigio che rimangono adagiati su rami e foglie. Un tipico sintomo di infestazione si può riscontrare anche con la decolorazione e la presenza di macchie sulle foglie delle piante.
Nutrendosi di foglie e frutti, tendono a formare dense e insidiose colonie, con una netta preferenza verso siti meno esposti. Si riscontrano sia in giardini aperti che in comuni piante da appartamento e prediligono climi miti e asciutti.
Di cosa si nutre
Principalmente ghiotta di conifere, viti, agrumi e piante ornamentali la cocciniglia è fortemente attratta dalla linfa zuccherina contenuta nelle foglie o nei fusti delle piante da frutto. Nutrendosi produce la melata, una sostanza altrettanto dolce che tende ad attirare l’interesse di altri parassiti e animali.
Come si riproduce
Le cocciniglie si riproducono per via sessuale, anche se alcune specie come la Icerya purchasi, sono ermafrodite. Le femmine emettono feromoni sessuali per attirare i maschi, che si precipitano per la fecondazione. Sono insetti tendenzialmente ovipari e hanno una riproduzione e diffusione repentina; le loro uova possono schiudersi pochi minuti dopo la deposizione, anche nel corpo stesso della madre.
In un anno possono susseguirsi da una a tre generazioni specialmente in zone miti, ambienti caldi e nei tropicali. Sfortunatamente questo comporta un’elevata comparsa di cocciniglie anche in serre, dove la temperatura viene volontariamente tenuta alta per favorire la crescita di alcuni frutti e ortaggi, anch’essi potenziali vittime. Dopo la nascita della nuova generazione, i maschi hanno già completato il loro stadio della vita adulta e muoiono, lasciando alle femmine e ai neanidi l’infestazione e la consumazione della pianta.
Cosa provoca alle piante
L’attacco da parte della cocciniglia alle piante ospiti provoca danni seri e a volte irreversibili portando in alcuni casi anche alla morte della pianta stessa. Sintomi come l’indebolimento generale della pianta e il blocco della sua crescita sono indice di un’infestazione in corso. Sono specialmente le foglie a risentire di questo attacco: deformate, accartocciate, scolorite, ingiallite e insecchite.
La melata prodotta dalle cocciniglie, che attira le fumaggini, crea sulla pianta un fitto strato color carbone che ne ostacola la fotosintesi. Di conseguenza la pianta si nutre con fatica e rallenta la sua crescita fino a “soffocare” e quindi morire. Inoltre anche le punture dell’apparato orale della cocciniglia possono provocare la trasmissione di virus da una pianta all’altra.
L’olio di Neem: un rimedio naturale usato da secoli per molteplici applicazioni
Quali sono i predatori della cocciniglia
Fortunatamente la natura è dotata di un contrattacco per ristabilire l’equilibrio. Tra i predatori della cocciniglia troviamo:
Coccinelle
Sempre più presenti tra le armi naturali disinfestati le coccinelle vengono rilasciate proprio sopra le colonie di insetti parassiti, in modo che individuino immediatamente la loro preda divorandola nel minor temo possibile. Una coccinella può arrivare a mangiare circa 300 parassiti e larve nell’arco della sua breve vita di due, tre mesi circa.
Vespe
Sfortunatamente per la cocciniglia, la melata zuccherina che secerne non attira solo l’appetito di altri insetti simili ma anche quello di uno dei suoi peggiori predatori: la vespa.
Cryptolaemus montrouzieri
il Cryptolaemus montrouzieri è un coccinellide predatore di numerose specie di per la difesa integrata di numerose colture come agrumi, vite, alberi da frutto, piante ornamentali. Per agire al meglio deve essere distribuito il più possibile vicino ai punti di infestazione delle cocciniglie così da avere un rapido contatto. La capacità di predazione è molto elevata e può portare fino ad una completa eliminazione.
Nephus includens
Il Nephus includens è una specie tipica dell’Europa meridionale ed è in grado di predare la maggioranza delle specie di cocciniglie presenti negli orti, giardini e aree di coltivazione. Opera anche a basse densità di preda e con temperature miti sotto le stagioni primavera e autunno.
Chrysoperla carnea
La Chrysoperla carnea è un predatore molto comune di numerose specie di afidi presenti su ortaggi particolarmente vulnerabili come peperoni, fragole, melanzane e pesche. Tuttavia agisce anche su piante ornamentali, floricole ed altre colture. Solo i tre stadi larvali di Chrysoperla carnea, con il caratteristico apparato boccale a forcipe, sono predatori.
Le larve sono infatti molto voraci non appena entrate in attività e immediatamente in grado di nutrirsi di prede vive come gli afidi, senza disdegnare anche altre fonti di cibo quali acari, uova di lepidotteri, tripidi, mosche bianche e altri piccoli insetti. Gli adulti invece si nutrono di polline, nettare ed altre sostanze zuccherine.
Perché arrivano le cocciniglie?
La cocciniglia fa la sua comparsa con l’arrivo di alte temperature. Si sviluppa in climi aridi, caldi e temperati. Gli esemplari adulti e le neanidi infatti non sopravvivono alle temperature rigide e agli ambienti piovosi. La pioggia infatti rimuove anche le uova e le femmine fecondate, quest’ultime in grado di resistere al freddo.
Alcune condizioni ambientali possono favorire lo sviluppo delle neanidi, come nel caso di appartamenti chiusi, sottoposti al caldo e molto asciutti, oppure espositi al sole. Tra le altre condizioni favorevoli all’infestazione e riproduzione di cocciniglie si citano una scarsa irrigazione e potature errate.
Quanti tipi di cocciniglia esistono?
Ogni specie differenzia per aspetto, caratteristiche e comportamento, oltre che origine e sviluppo. Le specie più comuni sono le seguenti:
Cocciniglia cotonosa (Icerya Purchasi Mask)
Originaria dell’Australia, la cocciniglia cotonosa è specie che si è diffusa in tutto il mondo fra il XIX e il XX secolo divenendo cosmopolita. È tipicamente associata agli agrumi, ma può rinvenirsi anche su altre piante legnose e, meno frequentemente, su piante erbacee. In Italia si può trovare, oltre che sugli agrumi, su pittospori, ginestre e più sporadicamente, su Acacia e Robinia.
Pur essendo potenzialmente in grado di causare danni gravissimi all’agrumicoltura, è un fitofago di minore importanza in quanto controllato efficacemente con la lotta biologica dalla fine del XIX secolo. Ampiamente citato nella letteratura, quello della cocciniglia cotonosa solcata rappresenta il più famoso esempio di applicazione di controllo biologico, unanimemente considerato come la pietra miliare della storia della lotta biologica.
Caratteristica di questa specie è la rarità che si riscontra nell’individuare il sesso maschile, mentre la femmina, più comune, è in realtà un individuo ermafrodito in grado di riprodursi autonomamente per autofecondazione.
Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae olivier)
La Saissetia oleae è un coccide di probabile origine sudafricana ma presente ormai da secoli nelle aree a clima temperato come le regioni del bacino del Mediterraneo, e le coste della California. Tuttavia, è diffusa anche in zone più fredde dove si riproduce soprattutto nelle serre.
È una specie caratterizzata da elevata polifagia e prolificità contando mediamente 1000 uova per esemplare. La femmina matura ha un corpo molto convesso di colore nerastro, con le dimensioni variabili da 2 a 6 millimetri di lunghezza. Sul dorso presenta un caratteristico rilievo ad H trasversa o a croce di Lorena. Il maschio è raro in quanto la specie si riproduce per partenogenesi telitoca.
Cocciniglia del carminio (Dactylopius coccus)
La cocciniglia del carminio, o in termini scientifici Dactylopius coccus, è un insetto dell’ordine dei Rincoti, originario dell’America centrale. È un parassita sessile, che vive primariamente sulle cactacee del genere Opuntia. È proprio il colore carminio che viene ricavato dall’insetto a dare il nome alla specie, usato, come noto nell’industria alimentare e cosmetica.
Cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis)
La cocciniglia tartaruga o Toumeyella parvicornis è una specie originaria del Nord America il cui nome volgare è dovuto al fatto che lo scudo dell’insetto assomiglia al carapace di una tartaruga. Si tratta di un parassita molto pericoloso, rinvenuto in Italia nel 2014 in Campania e poi da lì diffusosi in varie parti del Paese. Attacca molte specie di pini, ma in Italia provoca danni soprattutto a carico del pino domestico.
L’infestazione da parte di questa particolare specie comporta una riduzione nel vigore degli alberi e limita la produzione di semi. La grande quantità di melata prodotta dal parassita conferisce agli alberi attaccati un aspetto lucido portando al conseguente sviluppo di fumaggine. Questo ricopre interamente gli aghi dei pini e i rami.
Cocciniglia a scudo (o a scudetto)
Questa specie è nota con questo appellativo per la corazza a forma di scudo presente sul dorso. Questa caratteristica è un arma contro eventuali predatori e funge da corazza protettiva.
Cocciniglia farinosa (Pseudococcidae Heymons)
Le cocciniglie farinose o cocciniglie cotonose sono una famiglia di insetti fitomizi dell’ordine dei Rincoti. Devono il loro nome comune alle abbondanti emissioni di cera di aspetto polverulento, fioccoso o cotonoso.
Le cocciniglie inoltre si differenziano anche per colore, ereditato geneticamente come processo evolutivo inerente al territorio di appartenenze. Possono essere rosse, bianche, nere e brune.
Dove si insediano le cocciniglie
A seguire una lista di piante frequentemente prese di mira dalla cocciniglia e i punti strategici dove si insidiano per prosciugare l’ospite:
- Limone: rami, foglie, fiori
- Orchidee: gambo, petali, pistillo
- Piante: fusti, foglie, rami, frutti, fiori
- Alloro: rami, foglie, fiori
- Pino: tronco, rami, aghi, frutti
- Piante grasse: corteccia, fiori
- Cactus: corteccia, aghi
- Fico: foglie, rami, frutti
- Gelsomino: gambo, petali, pistillo
- Cycas: tronco, foglie, frutti
- Bonsai: tronco, rami, foglie
- Rose: gambo, petali, pistillo, foglie, spine
- Gerani: gambo, petali, pistillo, foglie
- Mimosa: gambi, rami, frutti, foglie
- Ortensia: gambo, petali, pistillo, foglie
Rimedi naturali contro la cocciniglia
Facilmente reperibili, sicuri e ad azione delicata nell’interesse della pianta, esistono rimedi naturali nella lotta contro gli infestanti, anche per la cocciniglia. Liberarsene non è semplice ma neppure impossibile: sono richiesti costanza, attenzione e monitoraggio. Ecco una breve lista di prodotti naturali in grado di contrastare il fenomeno:
Acqua
Il primo elemento naturale per sconfiggere la cocciniglia è l’acqua. Esporre le piante infestate alle piogge o al getto diretto dell’annaffiatoio facilita una rapida rimozione del parassita che si stacca e scivola giù. Inoltre sono molti i giardinieri che confermano esserci una correlazione tra scarsa irrigazione e comparsa di cocciniglie.
Olio di Neem
L’olio di Neem è un olio vegetale estratto tramite pressatura dei semi dell’albero Azadirachta indica, originario dell’India. Viene impiegato in vari settori, ma in molte occasioni si è rivelato un valido alleato naturale contro gli insetti dannosi nel giardinaggio. Possiede importanti e impareggiabili proprietà naturali ed esercita, fra le altre cose, un’azione repellente capace di allontanare gli insetti nocivi delle piante. L’olio di Neem appare di colore scuro, marrone verde, ed emana un odore acre e pungente, simile a quello dell’aglio. L’applicazione è semplice e avviene tramite nebulizzazione sulla pianta.
Sapone molle di potassio
Un’altra sostanza di estrazione naturale da poter usare con “effetto insetticida” è il sapone molle. Si tratta di un composto a base di sali potassici, acqua e glicerina, per combattere i parassiti con apparati succhianti. Il sapone molle semplice non è fitotossico, anche se quelli addizionati con sgrassanti e coloranti di sintesi presenti sul mercato potrebbero rovinare le foglie della pianta, provocandone anche la morte.
Può essere un valido rimedio sulle cocciniglie senza impattare sull’ambiente. Fa parte da sempre nel gruppo dei metodi tradizionali naturali nella lotta contro i parassiti ed oltre alle cocciniglie può allontanare vespe parassita, mosche, zanzare, acari, e persino gli scarafaggi.
Olio di soia
L’olio di soia viene impiegato nell’industria chimica grazie alla sua viscosità per la preparazione di vernici, lubrificanti, adesivi, resine e plastiche. Si presenta nel suo stato più puro con un colore giallo-rossastro.
L’olio di soia è applicabile anche nella frutticoltura, orticoltura e giardinaggio. Diluito con acqua, viene applicato mediante un nebulizzatore a spruzzo su tutta la superficie della pianta in maniera uniforme, compreso il retro delle foglie.
Macerato di felce
La felce è una pianta spontanea nota per il suo intenso profumo. È stretta parente dell’equiseto con cui condivide anche l’alto contenuto di silicio. Viene impiegata come risposta naturale nella prevenzione di ruggini e malattie fungine. A partire dalla felce è possibile ottenere un preparato utile e naturale macerando le foglie della pianta in acqua alcuni giorni. Il macerato di felce ha un’azione nel respingere i piccoli insetti che attaccano le piante come afidi e la cocciniglia per l’appunto.
Come combattere la cocciniglia
Con i predatori naturali
La lotta biologica, ovvero l’impiego di particolari specie di insetti a scopo tattico e strategico per annientare parassiti o specie minacciose per ristabilire l’equilibrio ambientale di un territorio, è una delle prime opzioni considerate dagli esperti entomologi. Con un costante monitoraggio del fenomeno, le cocciniglie possono sparire del tutto grazie all’entrata in campo di coccinellidi e altri predatori voraci.
Rimedi naturali
Per intervenire alla rimozione delle cocciniglie senza adoperare prodotti tossici per l’uomo e le piante la natura offre una vasta scelta di rimedi multiuso adatti e sicuri. Dalla semplice acqua all’uso di particolari olii vegetali applicabili direttamente sulla pianta, come l’olio di Neem, sono sempre più frequenti i rimedi alternativi e naturali per contrastare afidi, parassiti e cocciniglie. Molto importante anche la prevenzione mantenendo l’area soggetta ad attacchi pulita, annaffiata e curata.
Disinfestazioni
La disinfestazione prevede la distribuzione di prodotti chimici e specializzati nei soli luoghi frequentati dai parassiti o nei momenti in cui sono presenti con la massima concentrazione. Tali prodotti detti biocidi, possono essere costituite da esche avvelenate, trappole ai feromoni oppure direttamente da liquidi o polveri applicate direttamente sull’infestante.
La disinfestazione avviene per insetticidi biologici, il cui meccanismo di azione si esplica attraverso l’ingestione delle endotossine prodotte dal bacillo, oppure con prodotti chimici o presidi medico chirurgici che agiscono per contatto, ingestione o asfissia.
Insetticidi per cocciniglie o rimedi naturali?
Per tutelare la salute delle proprie piante, la loro resa estetica e, non in secondo piano, quella produttiva, è necessario intervenire con metodi comprovati siano essi chimici, biologici o rimedi naturali. Tuttavia la lotta chimica, essenzialmente condotta con gli oli minerali, come derivati da estratti del petrolio, esercitano un’azione tossica e asfissiante sulla cocciniglia ma anche sulla pianta. Per tal motivo, la lotta chimica può rappresentare una garanzia di soluzione al problema ma anche una concreta minaccia per la parte lesa e i suoi frutti. Molti di questi prodotti inoltre non sono più ammessi in agricoltura, proprio per il progressivo danno che recano alle piante e al ciclo biologico della catena alimentare.
I rimedi alternativi esistono e possono risolvere il problema impiegando sostanze naturali e al di fuori di ogni controindicazione. Alcuni accorgimenti possono contribuire a prevenire la comparsa della cocciniglia mantenendo sicure e protette le piante più vulnerabili per tutto l’anno:
innanzitutto servirsi sempre delle giuste attrezzature da lavoro (guanti e nebulizzatori) e rimuovere le parti fortemente intaccate della pianta se necessario.
Mantenere una giusta distanza tra una pianta e l’altra, di almeno 10 centimetri, per non facilitare il trasferimento delle cocciniglie. Fondamentale mantenere umido e sempre idratato il terreno o il terriccio, specialmente in estate.
Prima di passare all’uso di oli difficili da reperire, si può optare per l’olio di Neem, che sia in fase preventiva che avanzata combatte gli insetti nocivi delle piante, fra cui anche la cocciniglia, naturalmente grazie alle straordinarie proprietà insite nei semi (frutti) da quale si ricava l’olio. Si può applicare per via fogliare ogni 10 giorni circa, sia per combattere l’infestazione sia per prevenirla. Quest’ultimo prodotto è reperibile sia in formato liquido da miscelare con acqua (da 250ml ma anche da litro), oppure già munito di applicatore con spruzzo per facilitare l’utilizzo.
Contrastare le cocciniglie per vie naturali è una scelta consapevole ed ecologica, nel rispetto della salute delle proprie piante e degli altri insetti fondamentali per l’ambiente come api, bombi, lombrichi, mantidi e coccinelle.
Dove acquistare l’olio di Neem
Tutti i contenuti editoriali del sito, sotto qualsiasi forma, non sostituiscono in alcun modo il parere professionale di un agronomo e comunque in nessun caso costituiscono la formulazione di una diagnosi di una qualsivoglia problematica. L'olio di Neem Gardemia, in qualsiasi forma, non è un fitofarmaco, non è un fertilizzante, non è per uso cosmetico, e non è per uso alimentare. Leggi di più.